• Le mie recensioni
    anno 2023

GIOVENTÙ RUBATA

Che cosa la pandemia ha tolto agli adolescenti e come possiamo restituire il futuro ai nostri figli.

BUR Rizzoli, Milano, 2022

Parto con un primo elemento che mi ha stupito: l’introduzione affidata a Lella Costa. Ho sempre ammirato l’intelligenza di questa attrice. Nella sua prefazione racconta la sua esperienza covid e sottolinea l’importanza di riflettere sui temi salienti della pandemia: la malattia e la morte. Con il suo estro simpatico suggerisce di candidare il professor Charmet alla presidenza del Consiglio, vista la sua capacità di lettura e analisi del periodo. E non solo. Ma poi, conclude la Costa, gli vuole troppo bene per augurargli questo…
Con il sorriso sulle labbra si accede dunque alla lettura di questo saggio. Con questo libro Charmet ha dimostrato una lucidità di analisi interessantissima, aiuta il lettore a comprendere il background sociale ed emotivo che sta accompagnando l’adolescente in epoca post pandemica.
Le neuropsichiatrie piene, gli studi degli psicologi anche, questa l’osservazione immediata ma c’è tutto il sommerso, tutta quell’ area giovanile e infantile che non si fa raggiungere, che non chiede aiuto. La sacca di povertà educativa non consente di arrivare per sostenere e dare una mano.
Nella sua esperienza di terapeuta l’autore ha avuto modo di supportare molti giovani e giovanissimi e le loro famiglie. Durante il lockdown ha prodotto anche un interessantissimo video per spiegare gli stati d’animo di chi si è sentito letteralmente tagliato fuori dal mondo. Viene esplorato il fenomeno del ritirato sociale, di quella fetta di ragazzini e giovani che hanno scelto di chiudere i ponti con il mondo e stanno dentro il loro mondo virtuale scegliendo la notte come momento in cui interagire attraverso i loro device tecnologici. Scelgono la notte per evitare la luce, perché la luce è in qualche modo scomparsa dalla loro vita.
Nel libro si affronta il fatto che i giovani sono stati e si sono sentiti dimenticati, aiuta gli adulti a fare una riflessione sulla necessità di ricollocare le nuove generazioni al centro del pensiero e dell’azione. Se continuiamo a pensare che non devono avere voce in capitolo, che non hanno molto da dire, che devono rimanere figli per sempre, non riusciremo mai a crescere e a credere nel futuro. Il futuro, sottolinea l’autore, si costruisce nell’oggi.