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    anno 2024

IL PASSEGGERO/ STELLA MARIS

Recensione doppia

Einaudi, Torino, 2022/23

Una recensione doppia perché non si possono disgiungere i due libri, assieme formano un piccolo grande capolavoro, il canto del cigno dell’autore americano che ha regalato al mondo dei libri a mio avviso sono fondanti. Come non ricordare “Questo non è un paese per vecchi” sul traffico di stupefacenti e sulla violenza quasi gratuita, spaccato di un’America tristemente attuale, dove le armi hanno la meglio, oppure come non ricordare il libro che Recalcati cita ad ogni piè sospinto, “La strada” un capolavoro che va a definire il senso della paternità , seppure o forse proprio per questo, colto alla fine del mondo, dentro una catastrofe ambientale. Cito solo questi ma altri ce ne sono, uno più interrogante dell’altro, uno più intrigante dell’altro.
Con “Il passeggero” Mac Carthy ci porta dentro un giallo inquietante, un sottomarino con all’interno una serie di vittime ma un passeggero che riesce a scomparire. È un pretesto narrativo, quel passeggero potrebbe non esistere o potrebbe essere proprio il protagonista del libro. Sottotraccia, ma nemmeno tanto, la relazione del protagonista con la sorella, la bellissima Alicia, figura che segna il filo rosso di tutta la vita del protagonista, una ragazza stupenda, bella oltre l’impossibile, che ha visioni strane e incontra personaggi incredibili, le vicende del protagonista e della sorella non si intrecciano mai pur rimanendo costantemente connesse. Ed ecco il secondo libro, “Stella Maris”, la storia di Alicia, quello che tutti i lettori si attendono di scoprire nel primo libro viene svelato in questo secondo e la sensazione di inquietudine sale, perché Alicia è un genio della matematica, è un genio della fisica, è bella come le migliori miss del mondo ma non sa stare dentro questo mondo. Stella Marisa è il nome della clinica che la ospita, per sapere come va a finire la vicenda di Alicia è necessario leggere il primo capitolo de “Il passeggero”, è lì che lo scoprite ma lo saprete solo dopo aver letto entrambi i libri.
Che cosa mi ha colpito così tanto di questa dilogia?
La profondità delle ricerche che Mac Carthy ha fatto per costruire questo libro, il giallo si arricchisce di una vicenda incredibile legata al padre del protagonista, un fisico nucleare che ha avuto a che fare con la “bomba”, proprio l’atomica della Seconda guerra mondiale. È sorprendente la capacità dell’autore di portare il lettore dentro un mondo molto specialistico con la naturalezza con cui potrebbe accompagnare a fare una passeggiata sulla riva del mare. Secondo elemento che mi ha colpito moltissimo, entrare nella malattia mentale, nella schizofrenia con una proprietà di termini, emozioni, elementi che ti viene da chiedere se tutto quello che viene narrato fa parte in qualche modo della biografia dell’autore.
Per ultimo, ma non in ordine di importanza, il rendersi conto che Alicia è un po’ ogni donna, attraversa mondi che ognuna di noi almeno una volta nella vita ha varcato, incontra questo mondo distorto e bacato, la complessità della vita, l’impossibilità di trovare la felicità. Chi ha amato senza essere corrisposto troverà in Alicia le parole per dar voce al proprio cuore. Stella Maris è ambientato nel 1972, ero preadolescente, molte domande me le facevo a quel tempo.
Che dire? Il miglior libro (i due insieme) letto durante quest’anno.