Einaudi, Torino, 2024
“Ho voluto attraversare il corpo, organo per organo, per costruire una creatura composita e personale, fatta con le mie curiosità, le mie conoscenze, le mie idiosincrasie” (pag. 223)
Potrebbero bastare queste parole dell’autore per recensire il suo ultimo libro. Oso però fornire un mio pensiero sulle 279 pagine volate via in un soffio. Non ha categoria questo volume, perché potremmo inserirlo nella letteratura medica – ogni parte del corpo è narrata dettagliatamente, si evince il suo funzionamento, le patologie che lo interessano. Al contempo però troviamo modi di dire legati proprio a quella porzione del corpo e riferimenti letterari, pittorici, poetici, filmici. Ci sono riflessioni personali e aneddoti biografici.
Attraverso questo collage, ritroviamo il “corpo ricordato” con episodi legati alla crescita e sviluppo dell’autore; seguito dal “Corpo dettagliato”, la parte più corposa dove viene analizzato organo per organo, per poi concludere con il “corpo ritrovato”, una riflessione sulle responsabilità di chi cura e su come sono cambiate le cose rispetto ai tempi andati.
Nel capitolo dedicato al corpo dettagliato è interessante vedere come l’autore colloca alcuni organi: parte con il cuore e chiude con il cervello.
Ovviamente nulla è per caso, non c’è una classifica per importanza ma, sottolineo, si parte dal cuore e si chiude con il cervello.
Mi ha interessato molto la sottolineatura spesso presente – quasi sempre – dell’aspetto psicologico e psicanalitico. Non poteva che essere così, vista la professione di Lingiardi, docente all’Università di Roma1.
Tra le righe troviamo però molto dell’anima dell’autore (chissà dove la collocherebbe?); ritornano scrittori, poeti, pittori, registi che evidentemente hanno reso Lingiardi quello che è: Jung, Goethe, Dickinson, Frida Kahlo, Woody Allen, Philip Roth, Gentileschi, Caravaggio, Joyce, la Bibbia. Stento a credere che le citazioni siano dovute esclusivamente al fatto che parlano del corpo, di un certo organo o viscere. Mi piace pensare che siano una sorta di “appa formativa”.
Mi sono ritrovata molto nell’approccio, nel mio libro “E non mi chiami signora bella” ho utilizzato molto, pur senza saperlo, delle modalità ibride di Lingiardi.
È un libro importante, perché può aiutare a conoscersi, a mettersi in relazione con il nostro corpo e con quello degli altri.
La parte che ho maggiormente apprezzato? Utero, cervello e “il corpo ritrovato”.
Per chiudere utilizzo ancora le parole dell’autore e invito assolutamente alla lettura.
“Raccontare i nostri organi come luoghi medici, psicologici e poetici è stato un modo di ricercare un ordine, forse un senso, e una consolazione” (pag.239).