Articolo del 25 settembre 2022

SCHIAFFI AI FIGLI: TOLLERANZA ZERO

È necessario ritornarci su. Sembra così scontato che i bambini non vadano toccati nemmeno con un dito, eppure la questione è faticosa da risolvere.

Nessun genitore (di quelli che ho incontrato personalmente) intende picchiare il proprio figlio, né intende lo schiaffo come metodo educativo correttivo. Tutti si dicono contrari alle maniere forti e ritengono consapevolmente che con le sberle non si risolvano i conflitti, anzi, questi ultimi aumentano.

Eppure… c’è quell’eppure che continua a tenere banco.

Quando arriva l’esasperazione, quando la stanchezza aumenta e si fa fatica a reggere l’insistenza del bambino o il suo pianto, ecco che la sberla scappa.

Alcuni mi dicono che è inevitabile, impossibile fermare la mano. Poi scattano i sensi di colpa, si sentono cattivi genitori, subentra una forte frustrazione, chiedono scusa al figlio o figlia, ma dopo qualche giorno il tutto si ripresenta e siamo da capo.

Quando si lavora su questo tema propongo due strade:

la prima è quella volta a fornire informazioni sugli effetti che lo schiaffo sortisce sul bambino o bambina:

- Senso di inadeguatezza
- Si sente sbagliato, non amato
- Si sente non accettato quando vive un’emozione forte come la rabbia o il pianto
- Riceve informazioni su come viene gestito un conflitto (tenderà a ripetere con altri la modalità aggressiva o tenderà a subire non sentendosi in grado di affrontare chi è più forte)

La seconda strada si concentra maggiormente sulle emozioni dell’adulto.

Perché subentra un’escalation emotiva?

Non è proprio possibile fermarsi prima?

Cosa scatta quando ci si trova di fronte a un bambino che vive emozioni “esagerate”?

Facendo sorridere i genitori consiglio loro di buttare la testa sotto la doccia o di mettere le mani dentro al frigorifero. Sono ovviamente suggerimenti provocatori che spesso hanno la funzione di far scattare l’allarme. Una mamma mi diceva che ha trovato grande beneficio nel frigo: non ci ha infilato le mani ma ha ricordato le mie parole e questo l’ha aiutata a “stare dentro al conflitto” senza lasciarsi andare a escalation emotivi.

È un lavoro importante da fare su di sé: i bambini, ricordiamolo, non vanno proprio toccati.