Al Festival della Letteratura di Mantova si sono dati alcuni numeri: al Nord c’è il 58% delle biblioteche, al sud il 24% e al centro il 17%. Centro e Sud sono praticamente senza biblioteca ma dovremmo anche guardare dentro le realtà e i finanziamenti dello Stato. Posso parlare per il mio territorio situato al Nordest: quasi ogni comune, seppur molto piccolo ha una sua biblioteca, c’è anche un sistema bibliotecario che cerca di coordinarle tutte per fare rete. Il sistema, oggi Consorzio Culturale dell’Isontino mira a creare un mega patrimonio comune utilizzabile da tutte le realtà della vecchia provincia. Un progetto già in parte attuato, ma ancora le cose non funzionano come dovrebbero.
I bibliotecari sono molto spesso utilizzati per faccende burocratiche cha hanno poco a che fare con la cultura, i tagli per le attività culturali sono sempre più impattanti, i soldi per acquistare libri arrivano ma come Cenerentola all’ultimo e se non ci sono altre priorità.
Un esempio eclatante è quello della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, una vera e propria istituzione. Nata dalla soppressione del Collegio dei Gesuiti nel 1773 ha continuato a funzionare ininterrottamente, oggi contiene più di 400.000 volumi ma…non ha sufficiente personale per andare avanti e rischia la chiusura. Lungi da me fare polemiche ma, mi chiedo, se questo accade al Nord, possiamo solo immaginare quello che può succedere dove ci sono il 17 o il 24% delle biblioteche. Che cosa denuncia tutto questo?
Mancanza di cultura, mancanza di progetti, deriva verso una povertà culturale ed educativa.
Sempre a Mantova è stato segnalato che solo il 12% degli italiani possiede una tessera di biblioteca. In Spagna, tanto per fare un paragone con un paese europeo a noi vicino, il 70% della popolazione ha una tessera. Siamo messi male davvero.
I ragazzi e le ragazze a Mantova hanno fatto proposte belle e concrete, addirittura hanno proposto un disegno di legge sulla lettura chiamato Read more (leggi di più).
Propongono gruppi di lettura, la demolizione delle schede libro imposte dagli insegnanti, il diritto di scegliere liberamente cosa leggere. Sono diritti, hanno ribadito, e sono pienamente d’accordo con loro.
Ricordo di essere stata una divoratrice seriale di libri, a casa non ne avevamo e io frequentavo con una assiduità compulsiva la biblioteca di paese. Annamaria, la bibliotecaria di allora, ogni tanto si disperava perché non sapeva più cosa darmi da leggere, ero troppo veloce, quali bulimica.
Ricordo che trascorrevo interi pomeriggi in soffitta dove mi ero ricavata uno spazio di lettura, una coperta e un paio di cuscini buttati a terra, non mi serviva altro.
È una condanna: una volta afferrati dalla malattia della lettura si rimane “infetti” per tutta la vita. E felicissimi di esserlo.
Ai genitori che vengono in consulenza dico sempre tre cose:
- Fate conoscere i libri ai vostri figli fin da neonati, frequentate le biblioteche, attorniatevi di libri, entrate in libreria anche solo per annusare la carta fresca di stampa
- Chi impara a frequentare i libri non sarà mai solo. Il libro è un amico fedele che non ti molla mai, non esiste noia se impari a frequentare la carta stampata
- Mai dare “punizioni” togliendo libri, sarebbe una cosa sacrilega
Allora, facciamo il tifo per la proposta di legge sulla lettura e mettiamoci del nostro, davvero ognuno può dare molto in prima persona.