Articolo del 22 ottobre 2023

IMPARO A CUCINARE, IMPARO A STIRARE…

Adolescenti che non sanno farsi una pastasciutta, non sanno stirare una maglietta, non si rifanno il letto.
È un mantra quello dei genitori che si lamentano dell’eccessiva svogliatezza dei figli e delle figlie. È chiaro che molto parte da casa e dalla prima infanzia. Come sempre, non mi stancherò mai di ribadirlo, molto può fare l’esempio dei genitori.
Se la mamma è quella che sostanzialmente fa tutto in casa, dal cucinare allo stirare, dal riassettare e rimettere ordine al caricare lavatrice e lavastoviglie, è chiaro che ai bambini viene presentato un modello e su quello si baserà la convinzione che il mondo funziona così.
Saper suddividere i compiti domestici e iniziare già dalla scuola primaria ad affidare alcuni piccoli “lavoretti” compatibili con l’età, è un buon inizio.
Poi arriva l’adolescenza…anche le famiglie che hanno impostato una buona routine condivisa si ritrovano con lo svogliato di turno. Senza dubbio il rifiuto a dare una mano in casa può far parte del copione, ma se il lavoro di condivisione degli impegni è stato fatto prima, sarà più facile richiedere di mantenere la modalità anche in adolescenza.
Attualmente ci sono molti giovani adulti che si trovano in difficoltà quando vanno a vivere da soli o in coppia.
Vanno a vivere da soli o in coppia. Mancano i basilari, mi ha detto una giovane sposa., Mia mamma non mi ha insegnato nulla, ha affermato un giovane papà.
È facile far ricadere poi la “colpa” sui genitori”, speso però alcune abilità non sono patrimonio nemmeno dei genitori di una generazione fa. Mi riferisco al rammendare uno strappo, stirare, far da mangiare.
Per ovviare a questo stato di cose ci hanno pensato da tempo i paesi scandinavi.
La Svezia, ad esempio, già nel 1960 ha reso materia scolastica obbligatoria l’economia domestica. Ci chiediamo oggi di cosa si tratti: una volta le nostre nonne la studiavano a scuola.
Anche la Finlandia si è messa sulla stessa lunghezza d’onda e pure in quel paese l’economia domestica fa parte del curriculum scolastico a partire dalla scuola secondaria di primo grado.
Qualcuno nato negli anni Sessanta potrà chiosare: anche noi a scuola imparavamo a cucire, fare all’uncinetto e i maschi piccola falegnameria o circuiti elettrici.
Non si tratta della stessa cosa.
Se ai tempi delle nostre nonne e bisnonne l’economia domestica serviva per abilitare le giovanissime a diventare ottime padrone di casa; se negli anni Sessanta la motivazione era abbastanza simile; la nuova Economia domestica ha un obiettivo molto diverso.
Innanzitutto, si tratta di fornire abilità di base per l’autogestione in casa, imparare a fare una spesa, a tenere i conti di bollette e tasse, imparare a stirare fare lavatrici e cucinare; in seconda battuta la proposta è fatta per maschi e femmine indiscriminatamente. È un forte messaggio per la parità di genere, tanto i ragazzi che le ragazze devono essere in grado di sapersi arrangiare.
È un lavoro volto all’autonomia e alla possibilità di costruirsi un proprio spazio/mondo indipendentemente che si sia maschi o femmine.
Chissà se ci arriveremo anche noi, un giorno.