Save the Children ha stilato il tredicesimo Atlante dell’infanzia e dell’adolescenza. Il tema principe di questo ultimo atlante è la salute vista nelle sue varie accezioni.
Uno sguardo sulle disuguaglianze e i loro effetti sulla salute puntando la lente soprattutto su tre fasce di età: i primi mille giorni, i bambini da 3 a 10 anni e gli adolescenti o preadolescenti di 11-17 anni.
“L’infanzia oggi in Italia è sempre più schiava delle diseguaglianze. Diseguaglianze sociali, economiche, educative, di genere. Ma le diseguaglianze hanno una traccia ancora più profonda, che è quasi invisibile e che si insinua nel corpo di ogni bambino che viene concepito e ne condiziona la salute, lo sviluppo e la crescita” 1
L’analisi è dettagliata e lascia davvero molte domande sul nostro welfare e su quanto vi siano troppe sacche di povertà che molto spesso vengono ignorate dai più.
Tra le varie cose esplorate, vi è un argomento che personalmente ho trattato diffusamente qualche anno fa, l’utilizzo dei farmaci off label in infanzia. Il tema del farmaco per adulti dosato in maniera approssimativa per utilizzo pediatrico è una attualità determinata soprattutto dal fatto che le aziende non investono sulla sperimentazione. Per accedere a un farmaco “sicuro” è necessaria una lunga sperimentazione e spesso questa non viene attuata anche per motivi etici. Il risultato è la necessità di far fronte ad alcune patologie e a non avere il farmaco correttamente calibrato.
Spesso farmaci off label devono essere pagati direttamente proprio perché non considerati farmaci pediatrici. Qui subentra anche il problema della disponibilità a pagare. Risultato, molti bambini rimangono senza la possibilità di esser curati. Riporto direttamente dall’Atlante:
“Accanto ai bambini senza farmaci ci sono anche bambini con troppi farmaci: è il problema dell’uso inappropriato. “È un fenomeno che riguarda un gran numero di bambini, in Italia in particolare c’è un consumo molto elevato di antibiotici e di farmaci dell’apparato respiratorio prescritti in modo inappropriato, ovvero per patologie che non ne richiederebbero l’uso, come il raffreddore” spiega Clavenna. La tendenza è confermata dall’ultimo rapporto Osmed. Secondo il rapporto, nel corso del 2021, oltre 3,3 milioni di bambini e adolescenti, ossia il 35,1% della popolazione pediatrica assistita dal SSN, hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. Rispetto all’anno 2020, si registra un incremento delle confezioni pro capite che si concentra però nei bambini nei primi 5 anni di vita, mentre si riducono i consumi nelle fasce d’età successive. Gli antinfettivi per uso sistemico si confermano i farmaci a maggior consumo, con 490 confezioni per 1000 bambini e adolescenti, seguiti da quelli dell’apparato respiratorio. Il dato è grave perché l’uso inappropriato degli antimicrobici, compresi gli antibiotici, è strettamente legato all’insorgere delle resistenze e quindi al crescere del numero di infezioni resistenti ai farmaci. 2
Che dire? Troppo o troppo poco sembrano i due rovesci di una stessa medaglia. Come ci possiamo orientare? Come poter fare presente la questione?1] (1) https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/xiii-atlante-dellinfanzia-rischio-come-stai.pdf
2] Bonati M. et al, Off Label e diritto alle cure disponibili più appropriate, R&P 2017