Articolo del 16 luglio 2023

UN RAZZO PER SALIRE SULLE NUVOLE E RITROVARE CHI NON C’È PIÙ

La scuola è terminata, anche quella dell’infanzia. Bambini e bambine hanno salutato le loro insegnanti e con emozione si accingono a trascorrere l’ultima estate da “bambini piccoli”.

In attesa che inizi il centro estivo C. si annoia un pochino, è naturale. La sua sorellina è ancora troppo piccola per giocare, ha soltanto quattro mesi, non si può fare granché con lei. Un paio di coccole, due tre bacini ma poi ecco che vuole mangiare, o deve essere cambiata o ha le colichette con il mal di pancia e addio giochi.

Di giocattoli C. Ne ha parecchi ma, come accade sempre nei bambini attivi e curiosi, si stanca subito, non sono divertenti, è questo che afferma.

La mamma gli chiede che cosa vorrebbe fare e lui risponde: voglio inventare.

Cosa c’è di meglio allora che aprire il sacco dei rifiuti da riciclare e dare il via alla creatività?

C. svuota in mezzo alla stanza tutto quello che sta dentro al sacco azzurro, ci sono scatole, vasetti, tappi, confezioni e bottiglie di plastica. Gli brillano gli occhi mentre seleziona con cura i vari materiali.

Di sottecchi guarda la mamma, sarà proprio vero che tutta quella roba è a sua disposizione? La mamma sorride e lo invita a continuare.

C. si siede a terra dopo aver diviso le bottiglie dalle scatole, i tappi dalle confezioni della frutta.

Se la sua testolina fosse trasparente si potrebbero vedere gli ingranaggi muoversi vorticosamente. Sta studiando e pensando, è assorto e per lunghi minuti sembra in catalessi.

Poi parte una domanda, così a bruciapelo:

- Mamma, dove si va quando si muore?

Non è la prima volta che pone quella domanda, ha l’età giusta per farla, la mamma infatti già aveva dato la sua risposta qualche mese addietro.

- Ti ricordi cosa ti avevo detto?

E lui – Ah si, si va sopra una bella nuvoletta, nuvole colorate. Ma mamma, anche tu morirai un giorno?

-Si tesoro, ma sarò vecchia vecchissima e sarò su di una bella nuvoletta fucsia, il mio colore preferito.

Il bimbo riprende a rovistare nei materiali, sembra seguire un suo pensiero e sceglie una scatola, un tubo e quattro o cinque altre cose. Si fionda poi in cameretta sua e da lì a polmoni pieni chiede:

- mamma, posso prendere una matita e una stella?

La mamma acconsente, gli chiede però di mettere via le cose che non gli servono più.

C. ritorna, sempre correndo perché è così che i bambini si muovono, e mette nel sacco azzurro tutto quello che non gli occorre. La stanza è nuovamente a posto, fatta eccezione per quattro o cinque involucri che C. si porta in cameretta.

Silenzio, la mamma dà il biberon alla piccolina e deve trattenersi per non andare a controllare che cosa combina il figlio. Lo sente parlare da solo, poi chiede lo scotch, una volta ottenuto se ne torna in cameretta.

Per un bel po’ lo si sente canticchiare, il pomeriggio è salvo, sta costruendo qualcosa, eccitato e felice.

Ad un tratto, come se avesse interrotto un discorso da pochi secondi chiede a gran voce:

-Mamma, anche io morirò lo sai, tu mi hai detto che quando si muore poi ci si ritrova, ma come facciamo a ritrovarci se siamo morti?

La mamma inghiotte la saliva, fa sempre un certo effetto parlare di certi temi, tuttavia risponde prontamente:

-Tu lo sai che quando ci si vuole bene ci si ritrova sempre sempre.

C. è soddisfatto, poi rientra in cameretta ed esce con in mano un manufatto. È fiero del suo lavoro, anzi del suo capolavoro come lo battezza, lo esibisce fiero e dice:

-Vedi, ho costruito il razzo stellare, è magico perché con questo sapremo sempre come arrivare alla nuvoletta dell’altro. Funziona sai?

La mamma lo abbraccia stretto stretto, è un bellissimo razzo stellare, un regalo prezioso. Mi ha mandato la foto e la voglio condividere con tutti voi.

Il pensiero magico dei bambini li salva e a volte ci salva.