È bello pensare di scrivere a un amico per fare memoria dell’anno trascorso e condividere i propositi per quello che arriverà. La canzone di Dalla fa parte ormai del tormentone di fine anno ma le sue parole aprono a riflessioni interessanti, mi portano sempre a fare una sorta di piccolo bilancio. Cosa tengo dell’anno trascorso? Cosa butto via? Mi sono resa conto che non butto via nulla, ho imparato con gli anni a tenere anche ciò che è scomodo, tutto ha un suo perché e tutto deve essere digerito, elaborato, amato. Il 2024 mi ha portato via delle figure importanti, ho perso i “padri”, quelli che per me sono stati tali, da un “amico” più grande di me che però mi è stato accanto fin da quando ero un’adolescente a Eugenio Borgna, maestro più volte ricordato anche su queste pagine, al mio amato suocero. Tre padri non biologici che hanno contribuito alla mia formazione, a farmi diventare ciò che sono, a insegnarmi che la vita va presa esattamente per quello che è, non fa sconti a nessuno e se ci credi ti dà la possibilità di risalire e combattere.
Sono stati momenti faticosi e tristi ma li serbo nel cuore, non li “butto via” come fossero cose da dimenticare, anzi, li voglio ricordare in tutta la loro profondità anche se ci sono state lacrime, sofferenza e tristezza.
Nel 2024 ho elaborato un “lutto” professionale, una storia durata trent’anni e poi chiusa con molta consapevolezza ma non senza un filo di nostalgia, ma è rimasta la stima per tutti i colleghi, l’affetto nei confronti di chi per tanti anni ha condiviso un tratto di strada. Li porto tutti nel cuore.
Il 2024 mi ha regalato anche la notizia dell’arrivo di un nuovo nipotino, una gioia immensa che fa guardare al domani con gli occhi stupiti e innocenti dell’infanzia.
Nel 2024 ho vissuto la bellezza degli incontri, la fatica dell’accompagnare a dipanare nodi, sciogliere trame infittite, valutare nuovi percorsi e sperimentare vie possibili e talvolta impossibili per raggiungere un equilibrio. Mi riferisco a tutto il lavoro svolto con i genitori, splendidi nell’avere accettato anche le mie tirate di orecchi, stupendi nel loro mettersi in gioco e nel desiderio di farcela per creare contesti dove i bambini e le bambine possano crescere sereni.
Per tutto questo mi sento di ringraziarli, e per le grandi manifestazioni di affetto in prossimità delle feste, mi hanno riempito il cuore di gioia.
E veniamo al nuovo anno.
C’è tanto da lavorare, ci sono progetti che ritengo interessanti da portare avanti, ho dei libri che scalpitano per uscire, pronti a essere vergati su carta e prendere poi il largo.
Ci sono percorsi di sostegno alla genitorialità e alle strutture educative, faremo del nostro meglio, cercheremo di mettercela tutta perché i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze devono trovare adulti consapevoli in grado di ascoltarli e di comprendere di cosa hanno veramente bisogno.
E poi il meraviglioso mondo dello yoga e i miei stupendi allievi e allieve. Un universo fatto di solidarietà, partecipazione e sano movimento.
Allora come da prassi devono partire gli auguri per questo neonato 2025.
A tutte e tutti un augurio prima di tutto di buona salute, poi di pace sincera e consapevole. Solo se ognuno di noi si mette in moto a fare la propria parte, solo allora si può pensare di costruire davvero un mondo di pace per noi e i nostri figli e figlie. La pace non va vista nel futuro ma va costruita adesso così come i giovani non devono essere pensati nel futuro bensì nell’oggi. Serve adesso lavorare per loro e con loro.
Senza se e senza ma.