Sono davvero troppi i luoghi comuni sugli adolescenti e a detta di Matteo Lancini sono frasi fatte che fanno comodo agli adulti. Ogni adolescente è una storia a sé così come ogni individuo. Il titolo “L’età tradita“[1] segnala una grande verità: ad essere traditi dal mondo adulto sono proprio loro, quei figli dell’età incerta che oggi più che mai scelgono di ritirarsi fino a scomparire a volte pur di non affrontare le sfide evolutive che li attendono. Una prima riflessione riguarda noi adulti e quanto con le nostre ansie e paure abbiamo generato un mondo che non accoglie bambini e ragazzi ma li isola, li mette dentro gabbie dorate. Gli esempi più semplici: i bambini non stanno fuori con i loro compagni a giocare, non conoscono le relazioni tra pari anche conflittuali ma vere, gli viene impedito di muoversi nella città, nel quartiere, trasportati ovunque a bordo di una macchina. Sono bambini e ragazzi iperconnessi, nati dentro una dimensione onlife, incapaci di capire cosa viene realmente chiesto loro: prima del lockdown la richiesta adulta era volta soprattutto al non far utilizzare le nuove tecnologie, poi è arrivata la DAD e la massiccia richiesta da parte delle figure di riferimento di usare massicciamente le stesse nuove tecnologie prima proibite. Ragazzi e ragazze vinti dal senso di vergogna, incapaci di stare dentro le frustrazioni, spesso ripiegati su se stessi. Nel libro Lancini traccia alcune vie di uscita, si rivolge agli adulti chiedendo di essere capaci di aprire un vero dialogo, di interessarsi a ciò che i ragazzi e le ragazze fanno, di non giudicarli a prescindere, di dare fiducia e aiutare a stare al mondo. Certo non è facile anche perché è necessario andare oltre la fragilità adulta. Ragazzi e ragazze sono pieni di risorse, sarebbe davvero importante poterle cogliere e crederci.
[1]Matteo Lancini, L’ETA’ TRADITA. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti, Raffaello Cortina, Milano, 2021