La fatina riprende il discorso interrotto dalla mia domanda, il suo visino si fa un po' più serio e io mi preoccupo.
Fine terza puntata
- La storia è piuttosto lunga ma vedo di farti un riassunto. Hai presente l’ambiente in cui viviamo? Hai presente cosa sta succedendo? Vedi come siamo conciati? Sono partita dopo Vaia, sai di cosa parlo vero?
Purtroppo, lo so, Vaia, il grande ciclone che ha distrutto i boschi.
-Ecco, vedo che ti ricordi perfettamente. Anche qui nel nostro bosco sono successi dei disastri, sono stati feriti tanti animali e dunque abbiamo avuto un super lavoro a curarli tutti. Se con gli animali ce la siamo cavata, il problema sono stati gli alberi. Un insetto che conoscevamo da sempre, il bostrico, ha iniziato a riprodursi velocissimamente e a mangiare tutti gli abeti. Lui mangia la linfa e gli abeti muoiono pian piano. Ci siamo riuniti tutti quanti noi medici e infermieri del bosco, gnomi, farfalle, fate, api, sbilf, folletti e abbiamo tenuto consiglio. Come fare per aiutare gli alberi? Abbiamo deciso di partecipare ai summit mondiali sull’ambiente, così sono partita in spedizione e sono stata fuori per un po’ di anni. Ho imparato, ho scoperto cosa fare e sono tornata.
Bene, lei ha scoperto cosa fare per il cambiamento climatico, ottimo. La mia faccia è un po’ perplessa e lei se ne accorge subito, tanto che arriccia il naso e inizia a pizzicottarmi.
-Non mi prendere in giro va bene? Anche se sono piccola non significa che non posso fare la mia parte. Il problema è che voi umani non state facendo la vostra. Siete capaci di parlare e parlare e intanto riempire di asfalto ogni cosa, la plastica è dappertutto e nessuno pensa a noi piccoli e piccolissimi abitanti dei boschi, delle foreste e dei mari.
-Non agitarti, hai ragione, mille volte ragione, la mia faccia era perplessa perché la penso esattamente come te. Come si fa a far guarire la Terra? Molte persone, anche se tu la pensi diversamente, stanno lavorando per contrastare questo stato di cose. Non tutti gli umani sono come tu li descrivi, ci sono persone brave e attive.
Mi rendo conto che sto cercando di arrampicarmi sugli specchi, in realtà mi vergogno per il genere umano, non ha saputo tutelare un bel niente. Provo a mettermi ad ascoltare, voglio imparare da lei che ha studiato bene la questione.
-Fatina, che cosa posso fare? Dimmi e ti ascolto, proverò a eseguire i tuoi comandi
-Ma come parli? Comandi? Io non comando proprio nessuno, voglio solo dirti che mi puoi essere utile per la grande causa.
-Salvare il pianeta?
-Non esageriamo, mi accontento di salvare i nostri boschi e i suoi abitanti. Vedi, nel summit a cui ho partecipato non ci hanno dato consegne impossibili, hanno detto che ognuno di noi deve fare la sua parte nel luogo dove si trova, partendo dalle piccole cose. Per noi è abbastanza facile, abbiamo capito, ad esempio, che non dobbiamo perdere di vista alcuni insetti che vogliono vivere qui e invece dovrebbero stare da un’altra parte. Cerchiamo di convincerli a emigrare. Dobbiamo poi aiutare gli abeti, è quella la faccenda più complicata, il bostrico ci piace ma non può crescere così tanto, deve rallentare un pochino, vediamo di spiegargli che sarebbe meglio non avere troppi bostrichini… Nel bosco tra di noi abbiamo composto una bella squadra, il problema siete proprio voi. Salendo qua sul Truoi dal Von hai notato qualcosa di particolare?
Provo a ripercorrere con la memoria il sentiero, ho visto parecchi alberi abbattuti, ho visto alcune piante morte, ho visto il sentiero rifatto di recente con i segnavia colorati con vernice fresca dai miei amici del CAI, ho…ecco. _Si, ho visto lattine, cartacce e bottigliette di plastica. Sono lasciate giù a terra, abbandonate da qualche cretino. Giuro che raccolgo tutto quando scendo, porto sempre con me una sacca per questo motivo, l’ho fatto anche l’altro giorno sul sentiero del Pacherini.
-Bene, hai capito. Uno dei problemi sono i rifiuti che i cretini abbandonano sui sentieri, nel bosco, nell’acqua del Tuliment e degli altri ruscelli e torrenti. Ma non è tutto qui. Il rumore, gli schiamazzi, la maleducazione. È su questo che ci puoi dare una mano. Con la Sabi (www.ilricamificio.net)stiamo già lavorando su alcune cose
_Davvero? E su cosa in particolare?
_Facciamo i laboratori con le piante secche, così le persone imparano i nomi dei fiori e delle erbe. Se conosci rispetti di più, se impari a conoscere impari ad avere cura. Con la Sabi sta funzionando, guida ai profumi, alla bellezza, all’armonia. Lei è una nostra testimonial. Hai presente il suo laboratorio no? Tutto è bello là dentro, dunque ci aiuta un sacco a vedere le cose belle, e ti giuro che è già tantissimo, poi ci sono i bambini.
La guardo, si accalora mentre parla e attendo il passo successivo. Che c’entro io con i bambini? Come posso fare per aiutarli a capire bene queste cose?
-Io non lavoro direttamente con i bambini, conosco i piccolini della mia famiglia, Massimo e Gioia e Christian e poi gli altri, Lorenzo e l’altra Gioia e Cristian e la Ambra e…
-Stop, non occorre che tu mi faccia l’elenco di tutti i bambini che conosci. Non farmi pentire di averti scelto come ambasciatrice.
-Ambasciatrice? Io?
-Tu, si.
-Acciderba e come?
-Scrivendo le storie delle fatine, raccontando quello che facciamo e dunque spiegando che possiamo esistere solo se i bambini continuano a coltivare la fantasia, a credere a noi, a sognarci e ad aspettarci la notte perché raccontiamo loro le nostre storie.
-Va bene, posso scrivere ma tu sai bene quanto oggi i bambini non amino troppo i libri, sono spesso attratti dai telefonini, dalla televisione, dal tablet. Lì entrano in gioco tutti i personaggi dei cartoni animati e loro credono a quelli.
-Appunto, te lo dicevo che la questione è piuttosto delicata. Con i cartoni animati non ci siamo, hai presente come ci mostrano? Hai presente le Winx? Secondo te ci assomigliano? Per piacere…quelle smorfiosette colorate non hanno mai visto un bosco e le fate, si sa, sono nate e vivono nei boschi.
Arriccia il nasino e si fa tutta rossa, ho paura che inizi con quei suoi volteggi e con il suo parlato fatinese e a quel punto non capisco più nulla.
-Va bene, non adirarti, farò quello che mi chiedi. Come potrei arrivare ai bambini?
-Innanzitutto, scrivi questa storia, la metti su uno di quei social che conoscete voi e qualche genitore la leggerà, poi appena hai occasione raccontala. Puoi cominciare con i tuoi bambini piccoli, con i bambini dei tuoi amici, con conoscenti vari. Se cominci poi qualcuno ti ascolta e si comincia la catena. Noi fatine esistiamo solo se i bambini ci credono, questo lo hanno scritto in tanti e lo sanno tutti. Già Peter Pan e Campanellino funzionavano così no? Poi fai la tua parte adulta come sai fare, tutto quello che ci siamo detti sul rispetto della natura. C’è anche il CAI di mezzo no? Bene, quando accompagnate i bambini nel bosco dovete spiegare bene le regole fondamentali del rispetto del bosco e dei suoi abitanti.
-Per piacere, non farmi la predica, lo so bene quello che devo fare con il CAI, ci mancherebbe. Dimmi piuttosto quello che posso raccontare di voi, mi invento storie?
-Certo che no, devi raccontare quello che facciamo per davvero, così tutti capiranno che la magia è importantissima perché fa parte della nostra vita e della nostra storia. E un po’ anche della vostra.
-Tanto per cominciare, fatina bella, mi puoi dire come ti chiami?