Articolo del 13 febbraio 2022

Dagli spunti di Rodari 5

Questo spunto lo prendiamo esattamente come sta scritto. Non serve commentarlo più di tanto perché penso che sia di un’attualità strepitosa. Il pensiero sul proprio figlio, le aspettative sul suo futuro, quale genitore non si confronta? Nelle mie consulenze trovo molto spesso un eccesso di ansia per quanto riguarda il futuro dei figli. Non tanto per il disastrato pianeta che gli stiamo consegnando loro, bensì per la loro capacità di muoversi all’interno della vita. Genitori in ansia che trattengono all’inverosimile i figli non sopportando l’idea del distacco, non sopportando di “perderli”. I figli non si perdono, si lanciano verso il futuro, è questo che cerco di commentare ma non sempre viene accettato di buon grado. C’è una grande contraddizione: si avverte questa apprensione, questo desiderio di lanciarli in esperienze talvolta più grandi di loro senza però mai mollarli per davvero. Più fiducia, più rispetto per le tappe di crescita, più attenzione al significato dell’educare.


Cinque


Abbiamo il figlio che volevamo


(…)


Abbiamo il figlio che volevamo? Mi pare di poter dire di sì. Ma nello stesso momento in cui lo affermo, trovo che il desiderio si è realizzato in modo tutto suo. Chi crede di predeterminare il risultato di un’azione educativa, sbaglia certamente, se non accetterà in ogni momento di modificare il suo obiettivo, per adattarlo alla vita che gli sta di fronte. Le immagini sulla `pianta da raddrizzare’, sulla `cera da modellare’, eccetera, sono, oltre che inutili, abbastanza balorde. Si tratta, quasi sempre, di creare le condizioni perché la vita scelga la via che le sembra migliore, mai di prefissare questa via centimetro per centimetro, o anche solo metro per metro.


Meditare e mettere in pratica…