È finito o sta finendo quasi per tutti gli studenti questo anno scolastico faticoso, bizzarro, a volte ingestibile.
Nei racconti delle tante famiglie incontrate ho potuto notare che i bambini e le bambine del primo anno della scuola primaria sono quelli che maggiormente hanno vissuto il forte disagio di questo periodo.
Fatica nell’apprendimento, fatica nello stare seduti fermi al banco (richiesta purtroppo continuata per tutto l’anno), fatica nel dover indossare la mascherina anche quando seduti al proprio banco.
Gli insegnanti hanno messo tante note purtroppo, hanno segnalato come impossibili o ingestibili bambini e bambine dipingendoli come svogliati, intolleranti, incapaci di ascolto, incapaci di autonomia.
I genitori si sono trovati parecchio spiazzati, spesso inadeguati proprio per i richiami che derivavano dal mondo della scuola.
Ho incontrato anche molti docenti che hanno capito dove stava il problema e si sono attivati per far vivere ai piccoli alunni un ingresso nel mondo dei più grandi dolce e accogliente.
Bambini e bambine hanno saltato, a causa del lockdown, una buona fetta di tempo/compagni, di socializzazione, di ritualizzazione. Non è una banalità passare da un grado di scuola all’altro senza le dovute festine, distacco con abbraccioni, congedo dai luoghi, dagli spazi oltre che dalle persone.
Queste assenze hanno avuto il loro risvolto nell’adattamento successivo dei piccoli alunni, desiderosi di comprendere bene dove si trovavano ma anche affaticati dal fatto che si sono visti attorniati da adulti già stanchi degli anni precedenti.
C’è stato un momento, attorno ai primi mesi dell’anno solare, in cui mi sono chiesta se vi fosse stata effettivamente un’evoluzione in negativo di questi nostri bambini. Paure che ricomparivano, difficoltà a dormire da soli, paura se la luce era spenta, paura di non saper fare, paura di sbagliare. Un mare di paure.
Poi è scoppiata la guerra e ha creato ancora più scompiglio, perché molti ne hanno parlato ma pochi nel modo corretto e protettivo. Daniele Novara ha più volte sottolineato la necessità di proteggere bambini e bambine dal mostro guerra, dalle immagini che hanno invaso e stanno invadendo gli schermi, da situazioni troppo grandi e complesse che non possono essere comprese dai più piccoli.
Anche questo ha creato non pochi problemi nella mente dei nostri bambini e bambine.
A condire il tutto le emozioni degli adulti di riferimento, genitori e nonni, educatori e ovviamente insegnanti.
È stato un anno davvero faticoso, impegnativo, per alcuni versi devastante.
Ora le vacanze, cerchiamo di dare davvero momenti di serenità ai nostri piccoli, lasciamo che ci sia un tempo dove liberare corpo e mente, favoriamo attività all’aria aperta, cerchiamo di blindare i dispositivi elettronici, rimettiamo in moto la possibilità di connessione con la natura.
Aiutiamoli a riprendere sé stessi e un ritmo buono e calmo, fateli giocare, giocare, giocare. Con le mani e con il corpo, con compagni e compagne vivi in carne ed ossa.