Non è un libro fresco di stampa, ha già sette anni eppure le tematiche che propone sono più che mai calde. È la storia di Giulio, giovane adulto di 36 anni che incontra sulla sua strada la fatica del quotidiano sia lavorativo che economico e sociale. Ha una compagna ma vive con la madre, si relaziona con una vecchia insegnante di liceo arcigna ma tutto sommato molto puntuale seppur pungente nelle sue esternazioni. È un ragazzo come tanti, precario in tutti i sensi. Fin qua nulla di nuovo, la caratteristi di Giulio però è quella di non sopportare l’egofono. Per la gente comune è lo smartphone ma per Giulio è quell’oggetto che cattura la mente di tutti evidenziando in modo esponenziale l’Io. Catturati dal proprio smartphone la gente si scontra sui marciapiedi, non guarda negli occhi nessuno e viene totalmente assorbita dal desiderio di farsi notare…dentro il proprio piccolo schermo. Non si parla più, si è attratti dall’egofono e si dialoga con lui. La riflessione sul narcisismo imperante non risparmia nessuno e l’analisi spesso spietata dei propri simili sottolinea il graffio tipico dell’autore. Abbiamo imparato ad apprezzare la lucida ironia delle “Amache” di Michele Serra, quel taglio è presente anche in questa storia. Sullo sfondo la famiglia di origine, la bruttezza della pianura lombarda piena di capannoni e industrie - di non luoghi - un padre lontano e mai sufficientemente capito, dal quale Giulio non si è lasciato conoscere quando era in vita. Una storia di fatica relazionale, di dialoghi immaginati e mai portati a compimento e un vecchio capannone pieno di legni pregiati. Di più non dico, è importante leggerlo. Talvolta i romanzi possono aiutare più di tanti libri di psicologia o sociologia. E’ una lettura per tutti, dall’adolescenza in su e potrebbe aiutare i grandi a comprendere i più giovani, ma anche a fare un mea culpa come adulti. Spesso non ci rendiamo conto di quanto lo smartphone ci impedisca di vedere molte cose, di aderire a una realtà fatta di sguardi e di restituzione degli stessi presi come siamo dallo schermo che ci inghiotte.
¹ Michele Serra, OGNUNO POTREBBE,Feltrinelli, Milano, 2015