Ero a New York un paio di anni fa e mentre bighellonavo guardando le vetrine mi sono imbattuta in un negozio tutto dedicato al Baby shower. Curiosa come al solito sono entrata e mi si è aperto un mondo magico fatto di colori, plastica e lustrini.
Ancora non capivo di cosa si trattasse ma ammiravo, un po’ come Alice nel paese delle meraviglie quei palloncini rosa a grappolo, cheese cake e cup cake azzurri e rosa, grandi fiocchi di tulle, carta crespa e palloncini, torri costruite con pannolini, bigliettini di ogni foggia e coriandoli. Insomma, un mare di cose…inutili.
Beh, direte voi, New York pullula di negozi che vendono cose effimere e più o meno inutili.
Non mi bastava guardare volevo capire, così ho chiesto a una gentilissima commessa con le unghie color fragola e due marshmallow bianchi e rosa che le decoravano le treccine, che cosa fosse un baby shower.
Sorrisetto – vedevi lo sguardo di commiserazione, povera signora straniera che non conosce queste cose – poi la spiegazione.
Attorno al settimo ottavo mese di gravidanza le amiche della gestante organizzano un party per celebrare la futura nascita. Ci sono tutte le cose dedicate in tonalità di colore (dipende dal sesso del nascituro) e tutte, proprio tutte le mamme americane aspettano questa festa.
È una tradizione!
L’ultima frase l’aveva detta quasi declamando.
Ho ringraziato e sono uscita da quell’ambiente profumato di lampone e mooolto zuccheroso.
Per fortuna, mi sono detta, sono cose americane.
Pia illusione. Rientrata dal mio viaggio americano ho chiesto un po’ in giro e anche qui, nella nostra italietta i baby shower sono ormai all’ordine del giorno.
Bene. Mi sono detta, servono rituali e come mi è capitato di scrivere in altre occasioni, il battesimo non ha più valore simbolico e religioso, dunque soppiantiamolo con altro. La gente ha bisogno di riti.
Mi è sorto anche un altro pensiero: si anticipa tutto, la festa di nascita viene fatta con il bimbo o la bimba ancora dentro la pancia, già si commentano le foto 3D della morfologica si fanno regali e si esulta. Ma lui/lei ancora non ci sono. Perché tanta fretta?
Perché non attendere con trepidazione il primo vagito prima di gioire per l’arrivo della nuova creatura?
Questo desiderio di anticipare ogni cosa viene poi portato avanti e diventa un problema quando, crescendo, il piccolo/a si trova a dover rincorrere il tempo.
A proposito di anticipazioni, devo raccontare un episodio narratomi da un mio amico ginecologo. La faccio troppo lunga? Allora appuntamento alla prossima settimana.