Articolo del 17 settembre 2023

TUTTI A SCUOLA!

Tutta l’Italia è a scuola, alcune regioni hanno iniziato prima, altre dopo. Come sarà questo nuovo anno scolastico? Quanto l’estate avrà portato beneficio per far riposare studenti e insegnanti?
Dal mio piccolo osservatorio ho potuto toccare con mano un paio di fragilità, sempre le stesse, sembra un disco rotto che gira sullo stesso punto, all’infinito.
Compiti. I compiti per le vacanze sono stati vissuti come una gran fatica da parte di parecchi genitori. Agli inizi di settembre molti bambini e studenti non avevano portato a termine le consegne, allora si è vista la grande corsa al recupero del tempo perduto. La situazione in alcuni casi è stata davvero faticosa ed esasperata. Mi chiedo una volta ancora perché non si riesca a generare passione per lo studio e l’apprendimento. I compiti consegnati, nel 90% dei casi sono vissuti come un dovere, cioè l’esatto contrario della motivazione. Ce n’è da aggiustare…
Imposizione della lettura. Alla scuola secondaria di primo grado, mi racconta una mamma, hanno dato da leggere E.A.Poe e il figlio l’ha vissuto quasi come una punizione. Ma si deve leggere, dunque lotta per portare a termine quelle pagine. È ovviamente solo un esempio un po’ estremo, ma se c’è un modo per allontanare gli studenti dalla lettura è proprio questo: obbligare a leggere quello che piace all’insegnante. Durante le vacanze poi, come la mettiamo con il desiderio di scoprire cose nuove e scegliere cosa va meglio per sé stessi?
Esami di riparazione. Angoscia da parte degli studenti, angoscia per le famiglie. Anche qui riporto la vicenda di un ragazzo a cui hanno affibbiato tre debiti. Ha studiato tutta l’estate, ha saltato le vacanze, le uscite con gli amici, si è beccato tutte le limitazioni possibili e ha fatto un esame da schifo. Non gli è importato nulla della scuola, la sua rabbia lo ha spostato costantemente sul senso di ingiustizia per aver perso un’estate. A sedici anni…parliamone. È stato bocciato. Rimandato con il 5 nelle 3 materie, bocciato con il 4.
Certo, molti obietteranno: allora si deve promuovere tutti?
Io direi, un po’ come sosteneva don Milani, che tutti dovrebbero essere messi in grado di affrontare la propria strada. Tutti aiutati a capire se la strada scelta è quella giusta per sé, aiutati ad apprendere e non giudicati perché non ce la fanno.
L’anno riparte, la scuola è sempre ferma, con la grossa frustrazione dei tanti insegnanti che hanno voglia di cambiamento e competenze per poterlo attuare.
Forse, e dico forse, serve più coraggio.