Articolo del 17 dicembre 2023

“HO PAURA DEL BABAU”

Ritorno sul tema del pensiero magico perché mi hanno contattato alcuni genitori per rassicurarmi e dirmi che loro ci stanno al gioco, eccome. Ancora ci sono, e per fortuna, famiglie che lasciano il mucchietto di fieno per l’asinello e la tazza di vino per il Santo.
E pure le caramelle e il latte caldo per Santa Lucia.
Non posso che gioire di queste testimonianze.
Volevo però tornare sul tema e riflettere su quanto, in età infantile, il pensiero magico fa credere fermamente alla parola dell’adulto. Un bambino ha bisogno di credere a ciò che mamma e papà affermano, la mancata fiducia li metterebbe in seria difficoltà perché se mamma e papà, la maestra o i nonni non dicono la verità, non dicono come stanno le cose, allora chi può insegnare ai più piccoli a vivere e crescere?
Sto esasperando un po’ i toni, ma volevo portare l’attenzione su quanto, ad esempio, una parola adulta possa creare fantasmi se detta all’età “giusta”.
C’è un bambino di 5/6 anni che ha paura del buio, normale direte voi, la maggior parte dei piccoli ce l’ha. Questo bambino va dai suoi genitori piagnucolando perché ha paura ad andare a letto, la mamma lo accompagna e sorridendo gli risponde: “cosa c’è, il Babau sotto il letto?”.
Il bambino non sapeva che quella sua paura avesse un nome, così da quella sera ha iniziato ad aver paura del Babau e i genitori lo hanno preso in giro perché il Babau non esiste, ma come si fa a spiegare ai genitori che per il piccolo esiste eccome?
Piccolo scivolone, ci insegna che non va mai preso troppo alla leggera quando un bambino dice di avere paura, soprattutto del buio o dell’ignoto.
Ogni tradizione, ogni cultura, ogni epoca ha avuto, purtroppo, i mostri leggendari che sono stati utilizzati per far rigare dritti i bambini.
Dalle mie parti, in Friuli, su nelle mie montagne, veniva ad esempio utilizzata la “Gosa”, quella vecchia deforme e cattivissima che aveva la facoltà di portare la notte. Arrivava dalla pianura e stendeva il suo terribile mantello fino a far diventare tutto nero e i bambini che non ubbidivano venivano trascinati via da quel mantello nero e dalla sua proprietaria, bruttissima, con mani ad artiglio e denti storti.
Non l’hanno detto a me, parliamo di generazioni precedenti, ma spaventare i bambini per farli dormire o non fare i capricci era comune.
In pianura c’era la “Orcula”, altra donna strega che nessuno aveva mai visto, viveva nei boschi e aspettava che qualche genitore la chiamasse se un figlio non faceva il bravo e se lo portava via con sé.
Le fiabe tradizionali italiane e non solo sono piene di queste figure e tutte hanno avuto il loro successo proprio nell’epoca del pensiero magico. Talvolta hanno anche generato qualche trauma, se utilizzate troppo spesso.
Oggi, ce lo auguriamo, queste figure mitologiche non si usano più a questo scopo ma…ne siamo proprio sicuri? Babau, Lupo, Uomo nero, Vecchia strega...
Come raccomando sempre ai miei genitori, a fronte della paura del buio o del fantomatico Babau, non c’è cosa migliore che prendere una pila e verificare che dentro l’armadio, sotto il letto o fuori dalla finestra non c’è proprio nessuno. E la luce, comunque, fa scappare tutti i Babau del mondo.